Facebook e la parrocchia

Tutto quello che riguarda il mondo giovanile

Facebook e la parrocchia

Messaggioda Marco Mala » 16 gennaio 2009 12:10

Un articolo di Don Giacomo Ruggeri, diocesi di Fano:
Facebook? Sfida da raccogliere
Ecco qualche appunto per i Portaparola, a mò di decalogo, per comprendere e valorizzare Facebook in un’ottica pastorale.
1. Ogni cosa nuova che si affaccia da internet è un’opportunità. Facebook è una di questa assieme alle altre piattaforme mediatiche che compongono il 'Web2'. Dal punto di vista pastorale non sono delle 'diavolerie' ma ulteriori possibilità.
2. Cambia il modo di comunicare. Ma con esso sta cambiando la persona, l’idea e le immagini dell’uomo, il suo mondo interiore e ciò che lo circonda. In due parole: un tempo tutto avveniva nella piazza, ora molto di tutto ciò, accade nella rete di internet.
3. Facebook arriva nella tua posta elettronica con la dicitura «N. ti ha aggiunto tra i suoi amici». A te la scelta se confermare o meno! Non dimentichiamo che l’amicizia necessita sempre dell’incontro, di vedersi, di guardarsi concretamente.
4. Facebook cresce di ora in ora e nei contatti personali che arrivano al tuo pc. Nell’era mediatica che esplode a livello mondiale sempre più c’è il bisogno di stringere legami prossimi, caldi. Ma il pc che calore da?
5. Facebook è stato ideato da uno studente diciannovenne. Tutto ciò conferma che il mondo giovanile va sempre più valorizzato in parrocchia, associazioni e movimenti. Ai giovani va proposto sì un cammino di fede ma inserito nelle sue potenzialità, espresse solo al 5%.
6. Facebook dà voce anche a coloro che, per vari motivi, sono e si sentono esclusi da altre relazioni. Nella Chiesa mi sento a casa, scriveva George Bernanos. Che le potenzialità di Internet siano valorizzate da vescovi, preti, educatori, animatori, genitori, per costruire relazioni belle e sane che facciano sentire a casa nella Chiesa.
7. Facebook nasce per mantenere i contatti. Mi chiedo: c’è paura di ritrovarsi soli? Facebook è un primo passo non la meta. Andare oltre è doveroso.
8. Facebook ti fa da memoria storica, come Noemi che mi scrive: «Ciao don! Ti ricordi di me? Sono contenta di trovarti qui perché grazie a te, alle tue parole, ho girato pagina e ora sono serena! Grazie». È pastorale in atto.
9. Facebook lancia una provocazione alla pastorale di oggi: essere in rete è importante; dire cose di senso lo è ancor di più. Serve un equilibrio tra ritorno al nostalgico e proiezione al futuro. L’«oggi voglio fermarmi a casa tua», di Gesù a Zaccheo, è sempre valido.
10. Facebook è conosciuto anche dal male e si inserisce in rete. Un sano discernimento aiuta a conoscere i new media e a stanare il male grazie al bene. Maggiore responsabilità di tutti, per evitare l’irresponsabilità che nuoce.
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