Sarebbe banale dire che il centinaio di giovani che hanno protestato contro la visita di Benedetto XVI all'Università "La Sapienza" sono lo 0,1% dei 135.000 studenti di questa università.
Sarebbe banale dire che i 60 professori contrari sono meno del 2% dei 4500 docenti.
Sarebbe banale dire che chi protesta non ha capito le parole del papa.
Sarebbe banale perché chi dovrebbe leggere queste righe non lo farà e chi le sta leggendo sa già queste cose e ha voglia di informarsi, ha voglia di approfondire le notizie sparate al megafono dai telegiornali. Chi ha impedito veramente al Papa di parlare all’università? Quel centinaio di ragazzi che hanno scritto uno striscione o i telegiornali che hanno preferito riempire i loro notiziari per giorni con “contestato il papa”, “proteste contro le parole del papa”,.. Certo fanno più audience questi titoli piuttosto che “fraintesa una frase del papa dal 2% dei professori dell’università La Sapienza – facciamo chiarezza”; probabilmente alcuni avrebbero cambiato canale, ma chi rimaneva sarebbe stato un po’ più informato sulla verità! E invece no, ci tocca andare online, fare noi la ricerca, e trovare delle informazioni e grazie a queste informazioni il nostro senso critico produce dei giudizi.
La televisione ci dà ancora informazioni o ci da solo giudizi?
Informazioni - Chiarimenti sulla citazione di Ratzinger del 1990 sulla quale si basa la critica di alcuni professori dell’università:
Feyerabend, lo studioso citato da Ratzinger, criticava Galileo perché vinse la sua battaglia per l'affermazione della cosmologia copernicana soprattutto “grazie al suo stile e alle sue capacità di persuasione”, ricorrendo ai “mezzi della propaganda” e utilizzando anche “trucchi psicologici”, piuttosto che basarsi sulla ragione, perché in realtà non disponeva di prove sufficienti ad affermare la propria tesi.
In particolare Feyerabend scrisse “La Chiesa all'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione”.
Feyerabend non ha scritto il suo saggio per tessere l'elogio dell'Inquisizione, si proponeva di dimostrare che non esistono regole invariabili nello sviluppo della conoscenza scientifica; cioè la conoscenza scientifica non è totalmente oggettiva.
L’allora cardinale Ratzinger non cita Feyerabend per difendere l’operato della Chiesa ma lo fa per affermare che la razionalità scientifica ha dei limiti. È necessaria una “ragionevolezza più grande”.
Inoltre, il 6 aprile 2006 incontrando i giovani in Piazza San Pietro in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Benedetto XVI diceva: “Il grande Galileo ha detto che Dio ha scritto il libro della natura nella forma del linguaggio matematico. Lui era convinto che Dio ci ha donato due libri: quello della Sacra Scrittura e quello della natura”.
Alcune opinioni personali: le parole generano incomprensioni, questo si sa. Non è come in matematica che 1+1 fa 2 in qualunque modo lo si calcoli, una frase detta in un contesto, può cambiare completamente di significato se detta in un’altra situazione. Ad una parola gli si possono attribuire tanti significati. La cosa peggiore quando c’è un’incomprensione è il silenzio; si alimentano i pregiudizi verso quella cosa o quella persona e si finisce per accusarla. Questo ragionamento, secondo me, è valido in generale. Nel caso specifico della protesta contro il papa, invece di “ti accuso..” non è meglio “mi spieghi... perché secondo me è sbagliato per questi motivi...”, invece che censurare il discorso all’università non è meglio un confronto?
Gli studenti che hanno protestato, rivendicano la libertà ma pensano che sia giusto impedire a qualcuno di andare in un posto e parlare. Se io sono convinto di una cosa, il confronto con chi la pensa diversamente da me non mi deve intimorire ma anzi dovrebbe essere un’opportunità di crescita.
Non bisogna confondere la laicità con il laicismo: la sana laicità è l'autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui.
Il laicismo invece vuole confinare Dio nel privato, vuole “escludere Dio da ogni ambito della vita” e negare alla religione “ogni forma di rilevanza politica e culturale”.
Comunque bisogna sempre vedere il lato positivo e quindi grazie a questa piccola protesta ingigantita da chi cerca di trarne vantaggio commerciale, ho letto online il discorso “non detto” del papa che altrimenti avrei ignorato; ma soprattutto grazie perché ho avuto l’occasione per fare un interessante chiacchierata su questo argomento con alcuni miei amici; è bello confrontarsi!
Approfondimenti:
Il discorso che il Papa avrebbe pronunciato durante la visita all'Università La Sapienza
testo del discorso di Ratzinger del ’90
testo del discorso di Papa Benedetto del 6 aprile 2006
articolo del corriere della sera
articolo del messaggero