Lettera alla Diocesi con lo sguardo al Congresso Eucaristico

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Lettera alla Diocesi con lo sguardo al Congresso Eucaristico

Messaggioda Marco Mala » 17 ottobre 2010 15:55

Signore da chi andremo
Lettera alla Diocesi con lo sguardo al Congresso Eucaristico Nazionale 2011

Carissimi
ci separa un anno dalla celebrazione del Congresso Eucaristico Nazionale: consapevoli che l’evento religioso è ad un tempo fatica organizzativa, partecipazione comunitaria e grazia che sostiene la nostra fede, presento a tutti qualche ulteriore pensiero dopo le due lettere pastorali degli anni precedenti.
Le riflessioni che offro, sono orientate a rinnovare la comune fede nel Signore Gesù che, attraverso il segno sacramentale, è presente nella nostra vita; contemporaneamente esse vogliono presentare un programma di iniziative che affido ad ognuno e alle comunità parrocchiali, nella consapevolezza che solo con uno sguardo di fede e una testimonianza ecclesiale, l’evento del Congresso sarà vera grazia per tutti noi.

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L’Eucaristia è essenzialmente “Mistero di Fede”: così la Chiesa ci fa dire in ogni celebrazione liturgica, così vogliamo vivere questo tempo, che ci separa dal Congresso Eucaristico: non abbiamo altro compito se non quello di entrare con il cuore nella beatitudine riservata a coloro che credono senza aver veduto. San Paolo nella Lettera ai Galati (2, 20) ricorda:
“Cristo mi amò, amò me e per me donò se stesso”.
L’Eucarestia è il segno perenne di questo amore; è memoriale della Pasqua del Signore; è presenza viva e contemporanea di Cristo per ogni uomo e donna della storia; è banchetto per il nutrimento che sostiene il cammino precario e affaticato dell’umanità.

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Questo mistero suscita in ogni discepolo del Signore ammirazione e interiore confusione: siamo attirati dall’amore che spinge Cristo a stare con noi, ad essere cibo e bevanda di salvezza per l’uomo, ma siamo anche confusi perché riconosciamo la fatica di accogliere quelle che il vangelo descrive come parole dure (Gv. 6, 60) e contemporaneamente avvertiamo tutta la nostra indegnità ed inadeguatezza a comprendere tale amore.
Ma Gesù ha voluto così, ricordando che senza di Lui, senza il Suo pane e la Sua bevanda nessuno di noi può pensare di avere la vita.
“Rimanete in me e io in voi… in questo è glorificato il Padre: che voi portiate frutto” (Gv. 15, 4-11).
Rimanere e fruttificare, due obblighi spirituali, determinanti per definirci “vivi”. Davanti all’Eucarestia, sacramento con il quale Cristo Signore si consuma per noi e ci rende degni del Padre, non possiamo che cogliere l’invito a contemplare con stupore questa “invenzione d’amore”. Alla contemplazione si unisce anche quella confusione interiore, frutto della consapevolezza della nostra condizione di indegnità e di sovraccarico di terrenità, che accompagna il cammino di fede.
L’Eucarestia è santità, è carità, è condivisione, è eternità: essa sarà vera se ognuno di noi riuscirà non tanto a comprenderla, quanto piuttosto ad accoglierla e a calarla nella vita: il catino dell’acqua e l’asciugatoio del cenacolo, il pane moltiplicato che passa di mano in mano, le parole di benedizione o di maledizione che saranno pronunciate nel giorno della gloria di Cristo Signore; l’avventura di Lazzaro, il povero che raccoglie le briciole cadute dalla mensa opulenta; la misericordia donata perché essa è già per noi misericordia ricevuta… tutto questo e altro è il discrimine di quella “verità eucaristica” che sola può dire la nostra fede in questo sacramento.

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Tutto questo è obbligo, innanzitutto per me, chiamato a custodire ed annunciare senza vanità e nella povertà della mia persona, l’integrità della fede, la grazia e la storia cristiana della carità; tutto questo è compito per i sacerdoti che sanno di essere “insostituibili” per il sacramento dell’Eucaristia: agiscono infatti in nome della Chiesa, Madre
che li ha consacrati e “in persona Christi” della cui santità debbono splendere; tutto questo è imitazione per quanti hanno consacrato la vita a Dio, come testimonianza di anticipata eternità e di quella succosa libertà che si riassume nell’amore profondo e totalizzante verso Dio; tutto questo è impegno per i diaconi, consacrati per il servizio e per la parola in una costante fedeltà al Maestro, che si è fatto servo e verità per tutti; tutto questo è dovere per gli sposi che dall’Eucarestia prendono grazia e dell’Eucarestia si fanno imitazione nella fedeltà e nel dono sponsale tanto da poter dire: “il corpo della donna appartiene all’uomo e il corpo dell’uomo appartiene alla donna” volendo così imitare Cristo che, nel comunicarsi a noi, si fa nostro e noi ci facciamo suoi;
tutto questo è sostegno per i malati che, attraverso il mistero della Croce conficcato nella carne, si uniscono alla Passione redentrice del Cristo e al suo amore di salvezza;
tutto questo è necessità spirituale per i giovani se vogliono salvarsi dai giorni corrotti e testimoniare la santità alla quale sono chiamati nella libertà da ciò che deturpa il
corpo e l’anima; tutto questo è grazia per i poveri che partecipano a pieno titolo al banchetto di grazia che si fa icona di carità e di solidarietà; tutto questo è speranza per il lavoro umano, per non intristirsi nel puro meccanismo produttivo, ma per coniugarsi con la festa pasquale che dà senso compiuto al pellegrinaggio verso l’eternità, per
la quale le cose non hanno valore di sufficienza; tutto questo è icona per quanti sono impegnati nel servizio e nell’organizzazione della società i quali, solo nel ministero
dello spezzarsi e del donarsi danno qualità al loro impegno.

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“Signore da chi andremo? – L’Eucarestia per la vita quotidiana”: così il tema del Congresso Eucaristico. La risposta di Pietro alla sfida di Cristo, il quale non è disposto ad ammorbidire il discorso che gli Apostoli non riuscivano a capire, trova senso se il Mistero proposto entra in tutte le pieghe della vita.
L’Eucarestia non può patire due distrazioni spirituali: essere ridotta a devozione ed essere compiuta nel solo rito celebrativo. Il Congresso Eucaristico vuole essere per la comunità ecclesiale, per l’umanità inquieta e desiderosa di salvezza, riaffermazione di una verità e proposta di vita;
la verità sta in “Io sono il pane della vita” (Gv. 6, 48); la proposta è riassunta in “Senza di me non potete far nulla” (Gv. 15, 5).
In questo tempo che ci separa dalla celebrazione del Congresso, mi piace sperare che insieme si possa camminare, illuminati da due pensieri: uno è di Sant’Agostino, il quale, parlando dell’Eucarestia dice: “Se l’avete ricevuto bene, voi divenite quello che avete ricevuto”. L’Apostolo, infatti, afferma: “C’è un solo pane e noi, pur essendo molti, formiamo un sol corpo” (I Cor. 10, 17). “Appunto con questo pane a voi è raccomandato come dobbiate amare l’unità” (Agostino – In Epistolam Joannis ad Parthos - 110, 5 – P. L. 35, 2060); l’altro di uno storico: “Con la concordia crescono le piccole cose, con la discordia anche le più grandi vanno distrutte” (Sallustio, Bellum Jugurthinum n. 10).
Questo sarà anche utile per dare un segno a tutta la società dentro la quale la Chiesa si incarna.
Al riguardo, nella consapevolezza dei difficili giorni che viviamo, dentro i quali avanzano posizioni di contrapposti soggettivismi ed egoismi e dove, in nome di una “laicità indifferente” tutto si vuole accogliere come eticamente legittimo, mi pare utile riportare un brano di un’omelia di Paolo VI (Corpus Domini del 1965): “La città terrestre manca di quel supplemento di fede e di amore che in sé e da sé non può trovare; e che la città religiosa in essa esistente, la Chiesa, può, senza in nulla offendere l’autonomia della città terrestre, anzi la sua giusta laicità può, per tacita osmosi di esempio e di virtù spirituale, in non scarsa misura, conferirle”.
Nell’affidare a tutti, queste riflessioni, e nel presentare una serie di iniziative chiedo a me e al presbiterio un sacerdotale sacrificio e al popolo santo di Dio una bontà accogliente e una credente partecipazione.

Suggerimenti Pastorali
1) Per la Celebrazione Eucaristica:

a) essere fedeli al testo liturgico;
b) rispettare i tempi di silenzio;
c) coinvolgere comunitariamente l’Assemblea;
d) rivisitare il repertorio dei canti secondo il testo preparato dall’Ufficio Liturgico Diocesano;
e) formare in Parrocchia un gruppo di animazione liturgica;
f) curare l’arredo liturgico;
g) preparare adeguatamente la preghiera dei fedeli;

2) Per la preghiera comunitaria:

a) riproporre l’adorazione eucaristica come atto di fede nella presenza reale;
b) armonizzare nell’ambito zonale il tempo delle 40 ore
c) proporre la parola di Dio come sostegno della preghiera (Lectio sul cap. 6 del vangelo di s. Giovanni);
d) sollecitare la celebrazione delle Lodi e dei Vespri da parte dei laici;

3) Per la formazione:

a) proporre a livello zonale o interparrocchiale approfondimenti su rapporto tra Eucarestia e i 5 ambiti del Convegno di Verona (affettività, fragilità, festa e lavoro, tradizione e cittadinanza), coinvolgendo in particolare la famiglia e i giovani;
b) curare l’omelia domenicale. Può essere di aiuto un approfondimento con il gruppo liturgico.

4) Per la testimonianza di carità:

a) partecipare alla realizzazione del nuovo “Centro Caritas” che si sta costruendo, come segno e memoria del Congresso Eucaristico Nazionale presso la Parrocchia di s. Giovanni Battista.
b) orientare le persone a sostenere la Caritas parrocchiale o zonale alimentando la “busta del pane”. (Lettera Pastorale “L’Eucarestia: dalla celebrazione alla missione”, 24 settembre 2008)

5) Per un dialogo con le istituzioni e il mondo del lavoro:

a) sensibilizzare al rispetto e alla Promozione del Creato come altare della grande liturgia di gratitudine al Creatore:
tutto questo per rieducare alla sacralità del Creato;
b) educare alla sobrietà dei consumi, orientati alla solidarietà, con lo sguardo rivolto verso i problemi generati dalla disoccupazione;
c) offrire, per quanto possibile, piccoli lavori ai disoccupati;
d) orientare le persone a prepararsi per un servizio socio politico, illuminato dalla “Parola”, dall’Eucarestia come dono di amore e dalla dottrina sociale della Chiesa
(Scuola di alta formazione sociale e politica dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose).


Iniziative diocesane

Anno 2010
Sabato 2 ottobre ore18.00 – Cattedrale di s. Ciriaco – Mandato agli operatori pastorali.
Domenica 28 novembre ore 11.00 – Cattedrale di s. Ciriaco – s. Messa con diretta televisiva nazionale. Annuncio delle celebrazioni del XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Collegamento con la rubrica religiosa ”A Sua Immagine”.
Venerdì 10 Dicembre – Loreto - Conclusione della ”Peregrinatio Mariae” nelle diocesi marchigiane.
Venerdì 31 dicembre – Ancona – Marcia della pace promossa dall’Ufficio Pastorale del Lavoro della Cei, Caritas italiana e Pax Christi.

Anno 2011
Lunedì 3 e martedì 4 Gennaio – Cinema Italia
Salesiani Ancona – Annuale Convegno Diocesano sul tema: “Eucarestia e Matrimonio: un unico mistero d’amore”.
24/27 Gennaio – Ancona – Consiglio Permanente della CEI – Incontro nelle Zone Pastorali con alcuni Cardinali e Vescovi.
20/27 Marzo – Cattedrale di s. Ciriaco – Settimana di preghiera con la presenza dell’urna di s. Francesco Caracciolo, il santo dell’Eucarestia.
7/9 Aprile - Ancona – VII Convegno nazionale dei responsabili regionali e diocesani dei cappellani universitari.
Maggio – Dialoghi a due voci tra credenti e non credenti, in Cattedrale di s. Ciriaco.
28 Maggio – Pellegrinaggio diocesano Crocette - Loreto
Nel periodo quaresimale incontri della Parola in Cattedrale di s. Ciriaco – Lectio dell’Arcivescovo nelle zone pastorali.
3-11 Settembre – Settimana conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale.
Invoco da Maria Regina di tutti i Santi le più elette benedizioni per tutta la comunità diocesana.

+ Edoardo Arcivescovo
Ancona 21 settembre 2010 festa di s. Matteo apostolo
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