Il 4 e 5 gennaio c'è stato il convegno diocesano sui giovani. chi vuole può scaricare il testo delle due relazioni fatte da mons. Sigalini e la riflessione del nostro vescovo Menichelli a conclusione del convegno.
Inoltre durante il convegno è stato chiesto ai giovani di scrivere una lettera "ad un adulto"; qui ne riportiamo una, chi ne ha altre, se vuole, ce le invii e le pubblicheremo.
Download:
Essere Giovani (il testo con cui don Domenico ha iniziato la sua relazione)
Prima relazione Sigalini
Seconda relazione Sigalini
Conclusioni Menichelli
Lettera di un giovane ad un adulto
il testo della lettera-riflessione:
Ciao,
innanzitutto grazie! Grazie perché stai leggendo queste mie parole.
Io penso che i giovani abbiano “semplicemente” voglia di divertirsi.
Ci sono molte cose educative, cristiane. Ci sono molte cose divertenti. Ma ci sono poche cose educative, cristiane e divertenti. Una cosa utile, non può essere anche divertente? (ora dovremmo aprire una parentesi sul concetto che hai tu di “divertimento” e quello che ho io, ma non è possibile) Questo convegno è stato utile, ma non è stato divertente. Gesù ha fatto il suo primo miracolo per aiutare gente a fare festa, quindi secondo me dobbiamo anche noi fare festa ed essere festa per chi incontriamo! Dobbiamo accendere la scintilla dentro i giovani. Scatenare l’entusiasmo che è dentro ogni giovani e che aspetta solo l’occasione buona per esplodere. Creiamo questa occasione! Come? Con lo stupore! I giovani sanno ancora stupirsi? O meglio... gli adulti sanno ancora stupire i giovani? Oppure sono banali, prevedibili, noiosi? La meraviglia è l’inizio del sapere e quando smetteremo di meravigliarci, smetteremo anche di imparare.
Altro pensiero che mi passa ora per la mente: Non siamo “sacchi da riempire” non pensare come prima cosa “gli devo insegnare questo” “lo devo educare a...” “gli devo imparare questo...” per prima cosa amalo! Senza secondi fini, ama il giovane e basta! (Allora Gesù, fissatolo, lo amò Mc 10,21) poi per la nota legge dell’universo, qualsiasi amore non è mai sprecato e ti ritornerà indietro, allora avrai stabilito una relazione! E quello che dirai (o meglio farai) sarà significativo per il giovane! Educare viene dal latino e-ducere che significa letteralmente tirar fuori. Bisogna saper vedere il bello che c’è dentro ogni persona, e in questo caso, dentro ogni giovane.
Ultimi pensieri “isolati”, brevi:
Se hai un figlio, dagli qualche ceffone quando se lo merita, non viziarlo, neanche con quelle comodità che oggi sembrano indispensabili, se ha un problema non dire “ci penso io”. Si arrabbierà con te per tutte queste cose ed è giusto che sia così, ma una giorno ti dirà “grazie” (o magari lo penserà soltanto).
È molto importante la formazione! Sia che tu sia educatore, catechista, parrocchia, genitore o semplicemente persona. Trovare occasioni di crescita personale, secondo me, è fondamentale.
Bisognerebbe preoccuparsi di meno ed occuparsi di più dei giovani.
Condividere. È necessario creare una rete. Comunicare! Condividere sforzi, obbiettivi, risultati, gioie, dolori, una pizza, sia tra educatori che si rivolgono a ragazzi di età simili, sia tra parrocchia, genitori, scuola e sport. Se non c’è una voglia comune di educare, allora faremo molta molta fatica.
Dobbiamo essere concreti e sintetici. Se la pubblicità riesce a plagiarmi il cervello con uno spot di 30 sec, sono davvero necessari discorsi di parecchie decine di minuti per educare ad un principio che si dovrebbe capire da quello che facciamo?!
Se hai in tasca il profumo della lavanda, non hai bisogno di raccontarlo a nessuno.
Questi sono i miei pensieri, alcuni giusti, altri forse no. Il tuo senso critico avrà già scelto quelli con cui sei d’accordo oppure no. Spero di essere stato almeno un po’ utile.
Grazie per essere arrivato a leggere fin qui.
Finisco riepilogando alcune parole per me particolarmente significative:
FELICITÀ STUPORE RELAZIONE EDUCARE ENTUSIASMO FORMAZIONE AMA