Chiara Lubich

Uno spazio in cui condividere insieme testi, presentazioni, riflessioni. Dedica 5 min al giorno a te stesso

Chiara Lubich

Messaggioda micky » 29 giugno 2009 19:53

"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42)

Ricordi? E’ la parola che Gesù rivolge al Padre nel giardino del Getsemani e dà senso alla sua passione, seguita dalla resurrezione. Essa esprime in tutta la sua intensità il dramma che si svolge nell’intimo di Gesù. E’ la lacerazione interiore provocata dalla ripugnanza profonda della sua natura umana dinanzi alla morte voluta dal Padre.
Ma Cristo non ha atteso quel giorno per adeguare la sua volontà a quella di Dio. Lo ha fatto tutta la vita.
Se questa è stata la condotta di Cristo, questo deve esser l’atteggiamento di ogni cristiano. Anche tu devi ripetere nella tua vita:

"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".

Forse finora non ci hai pensato, anche se battezzato, anche se figlio della Chiesa.
Forse hai ridotto questa frase ad una espressione di rassegnazione, che si pronuncia quando altro non si può fare. Ma non è questa la sua vera interpretazione.
Stammi a sentire: nella vita puoi scegliere due direzioni: fare la tua volontà o liberamente scegliere di fare la volontà di Dio.
Ed avrai due esperienze: la prima, presto deludente, perché ti vuoi arrampicare sul monte della vita con le tue idee limitate, con i tuoi mezzi, con i tuoi poveri sogni, con le tue forze.
Di qui, presto o tardi, l’esperienza del tran tran di un’esistenza che conosce la noia, l’inconclusione, il grigiore e, a volte, la disperazione.
Di qui una vita piatta, anche se la vuoi rendere colorita, che non soddisfa mai l’intimo più profondo di te. Lo devi confessare, non puoi negarlo.
Di qui ancora, alla conclusione, una morte che non lascia traccia: qualche lacrima e l’inesorabile totale universale dimenticanza.
La seconda esperienza: quella nella quale ripeti anche tu:

"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".

Vedi: Dio è come il sole. Dal sole partono tanti raggi che baciano ogni uomo. Sono la volontà di Dio su di loro. Nella vita il cristiano, e anche l’uomo di buona volontà, è chiamato a camminare verso il sole, nella luce del proprio raggio, diverso e distinto da tutti gli altri. E compirà il meraviglioso, particolare disegno che Dio ha su di lui.
Se anche tu così farai, ti sentirai coinvolto in una divina avventura mai sognata. Sarai attore e spettatore insieme d’un qualcosa di grande, che Dio opera in te e, attraverso te, nell’umanità.
Tutto quello che ti succederà, come dolori e gioie, grazie e disgrazie, fatti notevoli (quali successi e fortune, incidenti o morti di cari), fatti insignificanti (come il lavoro quotidiano in casa, in ufficio o a scuola) tutto, tutto acquisterà un significato nuovo perché a te offerto dalla mano di Dio che è Amore. Egli vuole, o permette, ogni cosa per il tuo bene. E se prima lo penserai solo con la fede, poi vedrai con gli occhi dell’anima un filo d’oro legare avvenimenti e cose e comporre un magnifico ricamo: il disegno, appunto, di Dio su di te.
Forse questa prospettiva t’attira. Forse vuoi sinceramente dar il più profondo senso alla tua vita.
Allora ascolta. Anzitutto ti dirò quando devi fare la volontà di Dio.
Pensa un po’: il passato se n’è andato e non puoi rincorrerlo. Non ti resta che metterlo nella misericordia di Dio. Il futuro ancora non c’è. Lo vivrai quando diverrà attuale. In mano hai solo il momento presente. E’ in quello che devi cercare di adempiere la parola:

"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".

Quando vuoi fare un viaggio - e la vita è pure essa un viaggio - stai buono sul tuo sedile. Non ti viene in mente di camminare su e giù per il vagone.
Così farebbe chi volesse vivere la vita sognando un futuro che ancora non c’è, o pensando al passato che mai tornerà.
No: il tempo cammina da sé. Occorre star fermi nel presente e arriveremo al compimento della nostra vita quaggiù.
Mi chiederai: ma come distinguere la volontà di Dio dalla mia?
Nel presente non è difficile sapere quale sia la volontà di Dio. Ti indico una via. Ascolta dentro di te: c’è una voce sottile, forse da te soffocata troppe volte e divenuta quasi impercettibile. Ma sentila bene: è voce di Dio . Essa ti dice che quello è il momento di studiare, o di amare chi ha bisogno, o di lavorare, o di superare una tentazione, o di seguire un tuo dovere di cristiano, o un altro di cittadino. Essa t’invita ad ascoltare qualcuno che ti parla in nome di Dio, o ad affrontare con coraggio situazioni difficili…
Ascolta, ascolta. Non far tacere quella voce: è il tesoro più prezioso che possiedi. Seguila.
Ed allora momento per momento tu costruirai la tua storia, che è storia umana e divina insieme, perché fatta da te in collaborazione con Dio. E vedrai meraviglie: vedrai cosa può operare Dio in una persona che dice, con tutta la sua vita:

"Non sia fatta la mia, ma la tua volontà".

Chiara Lubich

bello, vero?...ciao da micky [smilie=ciao.gif]
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Re: Chiara Lubich

Messaggioda micky » 22 settembre 2009 21:54

Chiara Lubich mi piace molto...(si vede? :wink: )...trovo molto interessante il brano che segue...:

Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23)
Non credere che, perché sei nel mondo, tu possa nuotarvi come un pesce nell’acqua.
Non credere che, perché il mondo t’entra in casa attraverso certe radio e la televisione, tu sia autorizzato ad ascoltare ogni programma o a vedere ogni trasmissione.
Non credere che, perché giri per le strade del mondo, tu possa guardare impunemente tutti i manifesti e possa comprarti dal giornalaio o in libreria qualsiasi pubblicazione indiscriminatamente.
Non credere che, perché sei nel mondo, ogni maniera di vivere del mondo possa essere tua: le facili esperienze, l’immoralità, l’aborto, il divorzio, l’odio, la violenza, il furto.
No, no. Tu sei nel mondo. E chi non lo vede?
Ma tu non sei del mondo .

E questo comporta una grande differenza. Questo ti classifica fra coloro che si nutrono non delle cose che sono del mondo, ma di quelle che ti sono espresse dalla voce di Dio dentro di te. Essa è nel cuore di ogni uomo e ti fa entrare - se l’ascolti - in un regno che non è di questo mondo, dove si vivono l’amore vero, la giustizia, la purezza, la mansuetudine, la povertà, dove vige il dominio di sé.
Perché molti giovani scappano nell’Oriente, come ad esempio nell’India, per trovare un po’ di silenzio e cogliere il segreto di certi grandi spirituali che, per la lunga mortificazione del loro io inferiore, lasciano trasparire un amore (…) che impressiona tutti quelli che li avvicinano?
E’ la reazione naturale al baccano del mondo, al chiasso che vive fuori e dentro di noi, che non lascia più spazio al silenzio per udire Dio.
Ahimè! Ma occorre proprio andare in India, quando da duemila anni Cristo ti ha detto: "rinnega te stesso… rinnega te stesso…"?
Non è del cristiano la vita comoda e tranquilla; e Cristo non ha chiesto e non ti chiede di meno, se lo vuoi seguire.
Il mondo t’investe come un fiume in piena e tu devi camminare contro corrente. Il mondo per il cristiano è una fitta boscaglia nella quale bisogna vedere dove mettere i piedi. E dove vanno messi? In quelle orme che Cristo stesso ti ha segnato passando su questa terra: sono le sue parole. Oggi Egli ti ridice:

«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso…»

Ciò t’esporrà forse al disprezzo, alla incomprensione, agli scherni, alla calunnia; ciò t’isolerà, t’inviterà ad accettare di perdere la faccia, a lasciare un cristianesimo alla moda.
Ma c’è di più:

«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua»

Che tu lo voglia o no, il dolore amareggia ogni esistenza. Anche la tua. E piccoli e grandi dolori arrivano tutti i giorni.
Vuoi scansarli? Ti ribelli? Suscitano in te l’imprecazione? Non sei cristiano.
Il cristiano ama la croce, ama il dolore, pur in mezzo alle lacrime, perché sa che hanno valore. Non per nulla fra gli innumerevoli mezzi che Dio aveva a sua disposizione per salvare l’umanità, ha scelto il dolore.
Ma Lui - ricordatelo - dopo aver portato la croce ed esservi stato inchiodato, è risorto.
La risurrezione è anche il tuo destino , se anziché disprezzare il dolore che ti procura la tua coerenza cristiana e quanto altro la vita ti manda, saprai accettarlo con amore. Sperimenterai allora che la croce è via, sin da questa terra, ad una gioia mai provata; la vita della tua anima comincerà a crescere: il regno di Dio in te acquisterà consistenza e fuori il mondo man mano scomparirà ai tuoi occhi e ti parrà di cartone. E non invidierai più nessuno.
Allora ti potrai chiamare seguace di Cristo:

«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua»

E, come Cristo che hai seguito, sarai luce e amore per le piaghe senza numero che lacerano l’umanità di oggi.

Chiara Lubich

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Re: Chiara Lubich

Messaggioda micky » 14 dicembre 2010 22:13



grande Chiara!!! Buona visione [smilie=icon_ciao2.gif]
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Re: Chiara Lubich

Messaggioda micky » 05 ottobre 2013 12:38

Non tiepidi, ma ardenti

Carissimi,
nell'ultimo Collegamento che abbiamo trasmesso - un mese fa circa sullo sfondo della guerra da poco esplosa nel golfo, ci siamo lasciati nella speranza di ritrovarci questa volta in un panorama diverso, con notizie migliori.
E oggi, proprio oggi, la notizia tanto attesa è arrivata: la guerra è finita.
Certamente abbiamo trascorso un mese e più particolarissimo anche per il continuo alternarsi di speranze di pace e di delusioni. Un mese e più che ci ha messo e rimesso a confronto col nostro ideale di un mondo unito.
Avevamo risentito con sorpresa, dopo quarant'anni di pace, parole che pensavamo sepolte: come "il nemico", i "nemici", "cominciano le ostilità" i bollettini di guerra, i prigionieri, le sconfitte, nomi i più vari e i più nuovi di complicatissimi strumenti di morte ...
Affliggeva il nostro cuore l'impressione d'essere tornati molto indietro nel tempo; sembrava che gli uomini ignorassero quasi ciò che avevano costruito come sacro ed era stato attinto o confortato dalla cultura cristiana: le leggi internazionali, gli organismi sorti per l'intesa fra i popoli, i patti, l'idea così diffusa ormai dei diritti umani..., e se ne vedevano gli effetti disastrosi.
Abituati poi, noi, in modo speciale, per decenni a fare l'esperienza dell'amore cristiano, a portarlo dovunque, dove s'è sviluppato il Movimento e, incoraggiati anche dagli avvenimenti dell'89, che ci facevano sentire il mondo unito più vicino, ci siamo resi conto, con sgomento, che veniva ferito nel cuore il principio fondamentale del cristianesimo, il comando per eccellenza di Gesù, quello nuovo. "Gesù infatti - dice la Redemptoris missio - riprende tutta la Legge, incentrandola sul comandamento nuovo." (Cf N. 15)
Invece di amarsi a vicenda, invece di essere pronti a morire l'uno per l'altro, si era caduti nel baratro dell'odio: ci si disprezzava, ci si torturava, ci si uccideva.
Grande dolore quindi, grande momento di riflessione, grande desiderio di ripuntualizzare la nostra vita. Così credo un po' per tutti. Ho sentito il pensiero di giovani e di anziani mentre parecchi fra i nostri subivano le conseguenze della guerra.
Quale la loro reazione? la nostra reazione?
Rimettere senz'altro a fuoco con maggior convinzione il nostro ideale, che si può vedere tutto li, nell'amore vicendevole, rinsaldare la nostra unità, spingerci a portarla più al largo possibile.
Ed è ciò che vorremmo fare in questo giorno senz'altro storico per l'umanità: riprometterci quest'amore con tutto il cuore. Del resto non si è fatto mai abbastanza in questo senso, se ne ha sempre bisogno.
Perché il fuoco - e di fuoco si tratta - non si mantiene se non è continuamente alimentato da legna, da paglia, ecc. Così il nostro amore ha bisogno d'essere continuamente ravvivato da atti d'amore sempre più perfetti, sempre più sentiti.
E non ne hanno bisogno solo quelli che sono al principio della vita spirituale o a metà. Anche chi ha tentato di praticare a lungo, per anni, la carità, può cadere in una certa routine della carità, che non ha più lo splendore e il calore della fiamma, ma lentamente si ritira e va nascondendosi sempre più sotto la cenere. E' quando, ad esempio, nella nostra vita quotidiana non viene più spontaneo dichiararci fra fratelli l'unità. E' quando costatiamo che la nostra carità non fa più effetto, decresce sempre più la sua irradiazione, siamo poco utili al Regno, i frutti diminuiscono - diveniamo tiepidi.Per questo allora occorre ricordarsi di ravvivare continuamente il fuoco, di tornare e ritornare vivi all'amore.
Sì, perché a Dio i tiepidi non piacciono per nulla. Dice la Scrittura: "... non, sei né freddo, né caldo ; oh se tu fossi freddo o caldo! ... poiché sei tiepido, cioè né caldo, né freddo, io sono pronto a vomitarti dalla mia bocca" (Ap 3,15-16).
E ciò è terribile. Ciò dice l'urgenza di tornare sempre ad essere caldi, ad una carità veramente fervente.
Se faremo così, avremo la possibilità d'influire su molti.
Noi, infatti, dobbiamo pensare che la nostra influenza sul mondo, sarà sempre più efficace, sempre meno sproporzionata. Anzi è forse proprio questo il disegno di Dio sul nostro Movimento. Ricordiamoci che pochi decenni fa non c'era nulla ed oggi siamo sparsi, almeno come piccolo seme, su tutto il pianeta.
E poi non siamo certamente soli. E' il nostro stesso ideale che esige una grande unità con tutti i nostri fratelli cattolici, con tutti i cristiani e con tutti quelli che, avendo una fede o no, vogliono il bene nel mondo!
Certamente anche noi dobbiamo crescere e molto, ma non si può crescere se non crescendo ogni attimo di più.
E allora avanti: esaminiamoci spesso: abbiamo gettato legna sul fuoco? E' piatto il nostro amore o ardente? Abbiamo colto tutte le occasioni per dimostrare a Dio e al prossimo il nostro fervore?
Se è così, anche per il nostro sforzo, Dio porterà avanti il Suo nostro progetto. E, pur nel dolore per ciò che di grave la guerra ha procurato, diremo: le guerre passano (come è passata la seconda guerra mondiale quando siamo nati) ma l'ideale, Dio, resta, Dio non passa e, di conseguenza, se accolto nel nostro cuore, non passerà, ma avanzerà il progetto per un mondo unito con un'invasione d'amore, con la civiltà dell'amore.

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