Signore, facci capire che il nostro amore umano
è godere l'uno della gioia dell'altro;
un fondersi in un arco che abbraccia
la sofferenza più acuta e la felicità più profonda;
facci comprendere che amare vuol dire giocarsi,
rischiare sulla propria pelle.
Signore, noi ci avviliamo in continui compromessi,
le nostre azioni quotidiane sono schermaglie
a difesa di piccoli comodi; unico scopo: salvare la faccia.
Rendici consapevoli che amare
vuol dire accettare, anche fallire,
se lo richiede la salvezza dell'altro:
vuol dire ammettere di aver sbagliato.
Signore, in un mondo che non conosce più il silenzio
e l'attesa, il fragile stupore e la felicità delle piccole cose,
facci apprezzare il concreto di una carezza,
la piccola gioia di un bacio,
la calma d'una parola sussurrata,
la complicità d'una frase che parli
d'un geloso progetto futuro.
Signore, rendici capaci di elevarci
nel cammino della consapevolezza,
orgogliosi di poter mettere, assieme a tanti altri,
la prima pietra di un mondo più umano.
Rendici orgogliosi di creare nuova vita
e non di distruggerla,
d'allacciare con l'umanità una catena d'amore solidale,
oltrepassando sempre e dovunque
il triste cerchio d'un egoismo a due.