Si riapre l’anno scolastico che, come sempre, si caratterizza per un tempo di formazione, di crescita umana e spirituale.
La scuola è coefficiente indispensabile per la crescita culturale, ma anche per quella identità alla quale sono chiamati gli uomini e le donne.
Vescovo e padre di questa diocesi di Ancona-Osimo rinnovo, come ormai da anni faccio, il mio augurio per tutti coloro, dirigenti, docenti, studenti e personale amministrativo e ausiliario, che sono impegnati in questo delicato campo della formazione.
L’augurio è accompagnato da qualche riflessione:
1. Dai libri degli uomini al libro di Dio
Con molta serenità e franchezza, ma anche con grande paternità, ricordo a tutti che la vera “coltivazione umana” non può, se vuole essere vera, prescindere da ciò che tocca l’umano nel profondo. L’uomo è creatura sostanziata dall’anima; porta i segni dell’identità di Dio, in particolare l’intelligenza, la libertà e l’amore.
Tutto ciò orienta alla Verità che l’uomo deve “ricercare” con generoso impegno.
So perfettamente che la “cattedra scolastica” non ha questa specifica competenza, tuttavia desidero sperare che essa sappia comprendere i suoi limiti e soprattutto voglia aprirsi al “Mistero”.
Per questo consegno idealmente a tutti il libro della sapienza di Dio che non imprigiona l’uomo, ma lo aiuta a camminare sui sentieri della vera dignità e bellezza della vita.
2. Con la capacità del discernimento
I libri degli uomini raccontano le fatiche, i disastri, le conquiste, i pensieri che nel corso dei secoli l’uomo ha fatto e sviluppato, nel desiderio profondo di essere, come diceva Sallustio (De rep. 1,1-2) “Faber sui” (si potrebbe dire fabbricatore di sé).
Tutto ciò richiede la “sapienza della mente”, quel “governare” il cammino dei giorni.
Che cosa richiedono i tempi che viviamo?
A me pare che ciò che oggi è più richiesto sia la libertà, quella capacità cioè di togliersi dalle “prigionie” incorporate nel sistema.
Sottolineo tre possibili prigionie: il mercato (l’ossessione delle cose); la velocità (assenza di tempo per pensare); la tecnologia (asservimento ad un pulsante).
Non si tratta di fare a meno di tutto ciò, piuttosto di rendersi conto che l’esercizio che spetta all’uomo è quello del regolarlo con l’uso saggio.
Ecco il significato del discernimento, perché la Storia non è né dei furbi, né dei potenti, piuttosto dei sapienti.
3. Con la passione verso la novità della storia
Il nostro è un tempo caratterizzato dalla globalità e dall’interscambio: si sono aperte strade nuove e nessuno più si ritiene confinato nel territorio di nascita e nel riquadro della propria cultura e della propria religione.
L’umanità si sta mescolando. Ricordo di aver studiato, in chimica, che i “miscugli” di elementi instabili possono generare esplosioni.
Il tempo storico che viviamo ci obbliga a ragionare sulla necessità di saper mettere insieme le diversità senza che esse diventino pericolose contrapposizioni. In questo campo la scuola risulta essere indispensabile luogo formativo, orientando al rispetto delle persone e delle loro identità.
Lo sviluppo armonico del nostro futuro è nelle mani delle nuove generazioni, di quelle cioè che ora passano per i banchi delle scuole e che ascoltano le cattedre sagge e sapienti dei “maestri”.
Affido tutto a voi e confido in voi: San Giuseppe da Copertino patrono del mondo della scuola vi assista e vi benedica.
Edoardo Menichelli
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